venerdì 20 marzo 2009

SE CI SALVA IL PEDIATRA DELLA MUSSOLINI

"La lettura attenta del testo (comma 5 del decreto sicurezza) dice che chiunque eserciti un incarico pubblico dovrà denunciare l'immigrato clandestino che si rivolgerà a lui. L'incaricato di pubblico servizio può essere il medico, ma anche l'insegnante. E che facciamo? Pretendiamo che i bambini vadano a scuola e poi denunciamo i loro genitori che sono clandestini? Questa è una trappola."(Alessandra Mussolini intervistata da L'Unità ieri)

Due giorni fa, un appello della Mussolini per chiedere al presidente del consiglio "indispensabili correzioni ad una norma inaccettabile", ha raccolto in poche ore le firme di 170 deputati del Pdl.
La stessa norma che è stata approvata dal Senato qualche settimana fa (insieme ad altri articoli vergogna come il divieto di sposare immigrati irregolari), senza che né chiesa, né associazioni, né opposizione, siano riusciti a smuovere una virgola. Senza che la Mussolini, presidente della Commissione Infanzia, avesse notato il comma 5 del decreto sicurezza e le sue conseguenze. Ma la parlamentare in questi giorni ha portato il figlio piccolo dal pediatra. Che gli ha raccontato del crollo delle vaccinazioni da quando si parla del pacchetto sicurezza. Di qui l'illuminazione: "Mi sono fatta spiegare ed ecco la lettera", ha detto all'Unità.

Non serviva lei per capire che alcuni diritti, in primo luogo i diritti dei bambini, non hanno colore politico. Ma per farlo capire, avevamo bisogno del suo pediatra.

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